Dopo il laboratorio degli allievi del Liceo Virgilio di Mantova tenuto dall’artista Gianni Ferrero Merlino dal titolo “Modelli e circuiti visivi del mito” e i cui risultati saranno aperti al pubblico in orari di galleria in data da destinarsi, Studiottantuno Contemporary Art Projects propone uno workshop in ambito musicale sia per sottolineare un momento storico artistico d’avanguardia italiana, di cui la musica futurista è stata un’esperienza fondamentale delle successive ricerche sperimentali, sia per offrire un altro esempio delle tante possibilità di rilevare “attraversamenti” di modi e linguaggi nell’ambito artistico visivo, musicale, ma anche psicologico-sociale, tematiche che si innestano concretamente nella metodologia di un approccio aperto, relazionale e performativo dei laboratori stessi intorno ai vari processi di costruzione artistica.
Questo progetto musicale è condotto dal compositore, musicista e musicologo Luciano Chessa in tre incontri con allievi del Liceo Musicale Isabella D’Este della classe 5am e la partecipazione di altri allievi ed insegnati insieme ai docenti di riferimento per il progetto, Leandro Lo Bianco e Gabriele Barlera. Il primo incontro riguarda la masterclass teorico-pratica sull’arte dei rumori del futurista Luigi Russolo, tramite quattro ‘intonarumori’ che Luciano Chessa selezionerà dai 16 che compongono la sua Orchestra of Futurist Noise Intoners, la prima ricostruzione completa dell’orchestra di Intonarumori di Luigi Russolo commissionata dalla Biennale Performa di New York e che dal 2009 Chessa sta portando in giro per il mondo.
Se gli intonarumori avviarono la sperimentazione sul suono/rumore novecentesca, la loro influenza si ritrova come un filo rosso nelle avanguardie tutte: nelle radicali ricerche musicali postbelliche, così come nella musica elettroacustica corrente.
Anche in questo workshop gli allievi sono coinvolti in un percorso di produzione musicale attiva e relazionale. La metodologia di partenza è quella della ‘conduction’, una pratica che riconfigura codici mutuati dalla direzione d’orchestra tradizionale per sostituire la fissità compositiva (partitura + parti scritte) con un processo direttoriale-improvvisativo che dà luogo ad una sorta di composizione musicale istantanea: un’opera a cui il direttore dell’ensemble dà forma, costruendola a mano a mano nella performatività, in tempo reale.
Chessa propone però una sua versione della ‘conduction’ che sia democratizzata, e sostituisca quindi la dialettica singolo-direttore vs orchestra con una figura direttoriale a singolo mandato, temporanea.
Egli suggerisce la sostituzione del concetto di direttore unico con un ruolo direttoriale a rotazione, affidando la guida del gesto direttoriale ad ogni membro dell’orchestra, e offendo quindi agli allievi stessi un’opportunità di alternanza di ruoli e responsabilità dalle precise implicazioni musicali, ma che, con la sua attiva reciprocità e circolarità di scambi è contemporaneamente metafora di un’armonia civica.
Le due giornate di laboratorio del 15 e 16 dicembre si concludono il 17 dicembre alle ore 17,30 con un evento-verifica aperto al pubblico, che sarà guidato in un percorso a tappe negli spazi di Studiottantuno, ove si esibiranno a piccoli gruppi gli allievi con il maestro Chessa.