La particolare esperienza didattica e laboratoriale svoltasi con un gruppo di allievi delle classi quarta A ed E, e quinta D del Liceo Artistico G. Romano di Mantova, ha avuto come finalità, in un’interrelazione di linguaggi sonoro-visivi, quella di suggerire, evocare e comunicare un’immagine della nostra città che non percorresse stereotipi ma cercasse di interpretare una più personale, ravvicinata comunione con la sua realtà.
Una relazione dunque con essa non solo di carattere storico, culturale ed ambientale, ma anche psicologico che rivelasse alla fine quel senso più ampio ed universale che possiamo chiamare anche spirito, anima, genius loci, che solo un approccio particolare può svelare.
Così quella sonora, dell’ascolto dei suoni della città, che una lunga elaborazione teorico-pratica dagli anni sessanta chiama soundscape o paesaggio sonoro, è sembrata l’esperienza più piena, totale e nello stesso tempo puntuale nei tempi e nei luoghi, che potesse servire a questo scopo.
Andrea Lovo, musicista ed educatore, ha iniziato, nella sua proposta formativa sul rapporto tra suono e spazio, da elementi di educazione al suono incentrati sulla valenza materiale e fisica dello stesso e sull’attenzione all’ascolto per portare quella pratica uditiva che è data per scontata, e dunque ci sfugge, ad una sensibilità più consapevole rispetto a quello che i suoni quotidiani possono dirci della città in cui viviamo o che suggeriscono anche a ciascuno individualmente.
L’esperienza visiva, a corollario imprescindibile di quella sonora, è stata condotta invece da Daria Galli fotografa e filmaker, insegnante di design multimediale, che ha portato i ragazzi ad una riflessione sia individuale che collettiva sulle immagini quotidiane del contesto della città che viviamo: tutto ciò finalizzato ad una progettualità narrativa che mettesse in evidenza un proprio mondo identitario, quello sensitivo ed esistenziale personale, rapportato alle esperienze del vissuto conosciuto della città nella configurazione urbana e morfologica dei suoi percorsi.
L’obiettivo progettuale, ricostruire attraverso una decostruzione concettuale un’unità d’esperienza sul vivere la città, si è poi tradotto in diversi momenti di riflessione e di feedback concreti con escursioni di paesaggio sonoro, rilevamenti soundwalk ed esercizi sonoro visivi.
La sperimentalità di questo processo si è servita di modelli didattici diversi, performativi ed aperti, in cui i ragazzi sono stati chiamati a rispondere attraverso steeps di coinvolgimento diretto e pratico, di riflessione propositiva e di produzione.
Anche la fase finale di presentazione degli esiti del percorso svolto presso spazi deputati all’arte contemporanea, è stata un’ulteriore occasione per affrontare prove nuove come quella di elaborare un esito curatoriale-espositivo con il supporto dei docenti e del tutor scolastico.