Studiottantuno Contemporary Art Projects presenta il graphic novel “Maya Deren – La vertigine dell’esistenza” degli autori Stefano Alghisi e Marco Madoglio sulla vita e l’arte di Maya Deren (Eleonora Derenkowskaja) nome assunto in America ove la famiglia ebrea si trasferì dall’Ucraina negli anni Venti. La Deren si dedica alla poesia e alla fotografia ma il suo nome è principalmente legato all’arte della cinematografia sperimentale di cui fu antesignana in America negli anni Quaranta e Cinquanta fino alla prematura morte avvenuta nel ‘61 a New York. Danzatrice e coreografa con Katherine Dunham in America, amica di Marcel Duchamp, il suo cinema che risente di influenze dalle avanguardie delle varie arti, si esprime in un onirismo particolare che riesce ad attingere attraverso un’attenta ed innovativa pratica del linguaggio cinematografico e un uso non consueto della camera che è alla base dei suoi approfonditi studi anche teorici. Figura complessa, appassionata, vive una dimensione poetica e spirituale ove arte e vita si intrecciano, senza mancare di mostrarsi attenta alle questioni civili e politiche, militando nei gruppi socialisti e pacifisti di dissenso negli anni intorno alla Seconda guerra mondiale. Di essa tratteggiano le varie sfumature ideali gli autori del graphic novel Stefano Alghisi e Marco Madoglio. Essi trasferiscono nell’intenso contrasto tra il bianco della pagina e il nero deciso del tratto grafico, e nella forte caratterizzazione espressiva dei volti dei personaggi, le fasi della sua vita interpretandone le tappe. Quasi immedesimandosi nel vitalismo esistenziale ed insieme nella profondità intellettuale e spirituale della protagonista, ne esprimono efficacemente la ricca sensibilità, seguendola non solo nelle vicende della vita ma anche nei suoi esiti artistici cinematografici, fino alle rituali iniziazioni del mondo vudù haitiano.
Interverrà alla presentazione del libro, insieme agli autori Stefano Alghisi e Marco Madoglio, anche la docente ordinaria di storia del cinema dell’Università G. d’Annunzio, Anita Trivelli, che del libro ha scritto l’introduzione, studiosa di Maya Deren ed autrice dell’unica biografia sull’artista “Sulle tracce di Maya Deren: il cinema come progetto e avventura”.