Maman Ide, originario del Niger, in Italia da otto anni e dedito a molte attività culturali come scrittura, teatro, video-documentario, fotografia, presenta nello spazio espositivo di Studiottantuno Contemporary Art Projects le fotografie del suo viaggio di ritorno al paese di origine. “Sui miei passi” non è un reportage del fotografo in terra straniera, non è un documento, non è una descrizione letterale e didascalica. Ci sono piuttosto i passi, gli spostamenti di chi si muove in uno spazio e tempo conosciuti, con l’animo che rivive, la mente che ritorna: in sotto traccia sensazioni ed emozioni, cammini come steps della memoria. In questo lavoro fotografico, ove tutto è affidato irrimediabilmente al solo contesto dell’immagine, vi è in realtà una continuità, un percorrere, un andare e un soffermarsi intorno alle cose come se la fotografia cercasse pause e trovasse nel tempo più lungo della riflessione il filo rosso che collega varie “stazioni” e, alla fine, da temi specifici di interesse conoscitivo: la famiglia, il cibo e la condivisione, la vita religiosa, la natura, il lavoro, la vita sulla strada, sapesse comporre un affresco unitario in quel percorso a doppio senso interno-esterno del rapporto soggetto-oggetto. Nel complesso visivo delle immagini Ide, dedito anche alla scrittura, inserisce annotazioni come note di viaggio significative del suo percorso nel tempo della memoria.
Accanto alle immagini fotografiche l’autore accosta anche il racconto di figure particolari della sua terra con un altro linguaggio quello del video, in apparenza dal taglio più documentaristico. In realtà anche in questo lavoro in cui le persone non sono presentate ma parlano direttamente del loro mondo, egli tende a rileggere, a ridefinire un contesto come rivisto dalla prospettiva diversa dell’altro se pur dentro una scelta personale e alla fine di valenza etica.